Sala 4

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Lasciati guidare alla scoperta del Museo e delle sue numerose sale.

Uomini

ed economie

Nel lungo periodo della dominazione veneta, le acque del lago sono solcate da barconi che scendono da Torbole e dal Trentino portando, fra le altre merci, il legname necessario ai coltivatori di limoni della sponda bresciana per coprire i loro giardini. Il lago, spazio dei traffici e del lavoro di innumerevoli barcaioli, pescatori e mercanti, diviene in diverse occasioni anche spazio della guerra. Navi da guerra percorrono il Garda e bombardano i paesi della Riviera bresciana all’inizio del ‘700, durante la guerra di successione spagnola, e un secolo dopo saranno le flotte austriaca e francese a fronteggiarsi sul lago. Con le guerre risorgimentali le imbarcazioni da guerra tornano sul Garda: si tratta ormai di piroscafi armati, come quelli che nel 1849 sorvegliano l’Alto Garda e nel 1866 bombardano Gargnano.

I metodi di pesca furono rivoluzionati a metà dell’Ottocento dall’introduzione della tirlindana, originaria del lago di Como. Fino ad allora, la maggior parte dei pescatori, a causa delle costose reti a catino o a strascico, era stata costretta a dipendere dai commercianti di pesce o dai facoltosi locali; ora invece con poca spesa ognuno di loro poteva farsi la sua dindana, come si chiamò sul Garda.

Un processo di profonda trasformazione si era ormai avviato: la pesca stava diventando un’attività individuale, che le reti di nylon e le barche a motore avrebbero del tutto cambiato nel ‘900.

I piroscafi.

Remo e vela restano i mezzi, cui ogni tipo di imbarcazione ricorre per muoversi sul Garda, fino al 1827, quando fa la sua comparsa un nuovo mezzo per navigare, il piroscafo. Un moderno battello a vapore, il Benaco, costruito in ferro, salpa da Riva nel 1843. Da quel momento, la strada della navigazione a vapore sul Garda è ormai aperta e al Benaco si aggiungeranno negli anni seguenti decine di nuovi piroscafi.
È possibile analizzare le varie lavorazioni tipiche che si trovavano lungo la costa del lago, con a sostegno i reperti esposti nel museo ed i vari possibili approfondimenti presenti nei pannelli espositivi.

 

Le limonaie.

Fin dal XV secolo lungo la sponda bresciana del Garda, per rendere possibile la coltivazione degli agrumi questa latitudine, furono costruite monumentali serre in muratura, le limonaie. Da novembre a marzo, le venivano coperte con assi e chiuse con grandi pareti mobili di legno, ampiamente vetrate per il passaggio della luce nella serra.

 

La lavorazione del ferro.

Nella piccola penisola di Campione si formò nel ‘700 il maggior polo produttivo gardesano nel campo della del ferro.
La lavorazione del lino, finalizzata alla produzione del refe, era concentrata a Salò: questa attività coinvolgeva non solo gli abitanti della capitale della Magnifica Patria – come era detto in epoca veneta il Garda bresciano – ma anche numerose donne dei paesi circostanti e di quelli veronesi e trentini. Attive già nella seconda metà del Trecento, le cartiere di Toscolano conobbero nei secoli seguenti un rapido sviluppo.

 

L’olio d’oliva, pregiato, del Garda.

Il verde argentato della chioma degli olivi, i loro tronchi contorti, così come i terrazzamenti con i loro muretti a secco e i ciglioni inerbati, costituiscono alcuni degli elementi più antichi del paesaggio gardesano. In quest’area, infatti, la pianta ha trovato le condizioni climatiche ideali. Le olive si raccolgono in novembre e dicembre, manualmente, vengono riposte in cassette ed areate e vengono poi portate al frantoio. Presso la Cooperativa Turnaria di Tignale è possibile visitare un’esposizione che racconta la filiera storica della produzione dell’olio d’oliva.

 

L’olio di lauro.

Sorta nel 1841 a Gargnano come associazione fra i proprietari di limonaie, la Società Lago di Garda decise nel 1877, per far fronte alla crisi dell’agrumicoltura, di estendere la sua attività alla produzione dell’olio di alloro. Le piante di alloro, molto diffuse nelle campagne e lungo le strade del lago, potevano fornire in abbondanza le bacche dalle quali, attraverso un processo di bollitura e spremitura, ricavare un olio aromatico molto richiesto in Svizzera, Germania e Olanda.

 

Farine e mulini.

Le macine abbandonate vengono spesso conservate come testimonianze malinconiche di un passato che appare lontano ma che lontano non è. La macinazione artigianale, infatti, è scomparsa soltanto nel secondo dopoguerra, quando all’interno di ogni torrente giravano le ruote dei mulini ad acqua. Un breve video presenta la macinazione.