Sala 7
Il Parco Alto
Garda Bresciano
Istituito nel 1989, il Parco Alto Garda Bresciano si estende sul territorio della Comunità Montana comprendendo nove comuni, da Salò a Limone. Il Parco non è infatti soltanto un’area geografica, è la casa e il luogo dell’attività di qualcuno a cui soprattutto si deve la conservazione dell’ambiente e del paesaggio, delle loro peculiarità e della loro diversità. Nel cuore montano del Parco si vogliono privilegiare le azioni atte a incentivare l’agricoltura, l’allevamento e le attività di prima trasformazione per aprire nuove prospettive per le giovani generazioni. Nell’entroterra sono presenti percorsi eco-compatibili oggi particolarmente apprezzati dai turisti, dai bikers e dagli amanti del trekking in un ambiente naturale.
Fra le architetture rurali dell’Alto Garda bresciano, i fienili di Rest, in Valvestino, si segnalano per la loro particolare tipologia costruttiva. I più vecchi fra i fienili conservatisi non risalgono comunque a un’epoca anteriore al XVII secolo. La copertura era in origine completamente in paglia di frumento o di segale. I tetti di alcuni fienili sono stati restaurati per iniziativa del Comune di Magasa, dell’Azienda Regionale delle Foreste e della Comunità Parco Alto Garda Bresciano. Oggi è possibile soggiornare in alcuni di essi per respirare l’atmosfera antica che queste strutture sanno donare al turista.
Le tradizioni popolari.
In comunità spesso chiuse e isolate come molte di quelle altogardesane, il lavoro era un tempo interrotto solo dalle domeniche e dalle ricorrenze religiose, durante le quali il paese in festa si riuniva tenendo vive tradizioni che non sono scomparse. Un video ripropone alcune sequenze come i canti della stella o altre tradizioni che si perdono nella notte dei tempi. Se dal pesce e dall’olio vengono i sapori del lago, il burro, il formaggio e la selvaggina racchiudono quelli della montagna gardesana. La Festa del formaggio, che ogni estate si tiene a Cima Rest, testimonia il perdurare di una tradizione produttiva, rinnovata anche dal caseificio che produce, a Tremosine, l’omonima Formagella.
Lo spiedo, invece, è il piatto tipico dell’entroterra.
I paesi della montagna gardesana.
Nella Valvestino, la valle più interna del Parco, che collega il Garda alla Valsabbia e alle Giudicarie, attorno ai comuni di Valvestino e di Magasa, si raccolgono altri cinque nuclei. Sei frazioni formano il comune di Tignale. Tremosine è formato da diciotto frazioni: una, Campione, a lago, mentre le altre diciassette sparse sull’altopiano, incastonate su poggi e pianori, alcune circondate da viti e olivi, altre da prati e boschi.
I lavori del bosco.
Oltre che nei prati, sui pascoli, nelle stalle e nelle casére, dove si produce il formaggio, il lavoro degli abitanti della montagna si svolge nei boschi. I criteri dello sfruttamento del bosco cambiarono dopo la prima guerra mondiale, quando i Feltrinelli, commercianti di legname, installarono una nuova teleferica collegata alla segheria tuttora visibile poco oltre la località Bersaglio, in Valvestino.
Il ritorno del bosco.
Una delle conseguenze più evidenti dell’abbandono della montagna da parte dell’uomo è il processo di ricolonizzazione forestale delle aree non più coltivate o pascolate. Nella Foresta Gardesana sono presenti innumerevoli esempi di nuovi popolamenti da parte di specie pioniere: il pino silvestre colonizza prati aridi ed ex coltivi; la betulla, l’acero di monte e il frassino i prati non più falciati, soprattutto se esposti a nord; i boschi di carpino nero si espandono sui prati contigui. Ma forse l’elemento paesaggisticamente più rilevante ed emblematico del ritorno del bosco è dato dall’espansione del pino mugo alle quote più elevate, sui versanti scoscesi dei monti in passato destinati al pascolo delle capre.